Myriam Meloni

Myriam Meloni
Che cos'è per te la fotografia?
La fotografia per me é un incontro. Un incontro con persone, territori, con parti di se e dell'altro. Vite e luoghi che si fondono per condensarsi in un frammento, un immagine, che racchiude l'emozione di un esperienza.
Parlaci del tuo sguardo e di come lo alimenti.
Fotografo quello che sono, quello che mi interessa, quello che in un modo o nell'altro mi attrae.
La fotografia si alimenta del quotidiano, del vissuto, di una conversazione, di un film al cinema, di una passeggiata con il vento in faccia. Siamo esseri in movimento, e lo sguardo si evolve, così come noi ci evolviamo, ci trasformiamo come persone. La fotografia per me é un ballo con la vita, e lo sguardo segue i suoi passi.
Come scegli le tematiche che affronti e cosa ti leghi ad esse?
Dipende. Alcuni progetti sono nati da un semplice scambio di sguardi. Tac...succede qualcosa dentro di te che ti indica il cammino da intraprendere. É un istinto, un attrazione apparentemente senza senso verso qualcosa o qualcuno. Seguire quell'istinto e vedere come si trasforma in qualcosa di concreto ha un non so ché si magico.
Altre volte l'input é stato più razionale. L'urgenza di parlare di un qualcosa e cercare il modo per farlo.
In riferimento al lavoro presentato, raccontaci come è nato e come l'hai sviluppato.
Il progetto “ Important things are said softly” é stato il frutto di un incontro fortuito con Yesica, una giovanissima madre single, che ho conosciuto mentre realizzavo una serie di ritratti in una limousine.
Le ho chiesto se potevo ritrattarla. Ha acceduto. Ci siamo guardate, e ho sentito che dietro quello sguardo c'era una grande storia. Qualche giorno dopo ero su un autobus che mi avrebbe portato a conoscere la sua casa e la sua famiglia in un quartiere periferico di Buenos Aires, città in cui vivevo in quel momento. Quello stesso giorno, dormivo per la prima volta a casa sua. Non avevo un idea concreta, solo volevo essere li. Poi, con il tempo, dopo essermi liberata dagli stereotipi e i pregiudizi che circondano il mondo della prostituzione, il progetto ha iniziato a prendere forma.
Quale potrebbe essere la destinazione ottimale per questo tuo lavoro? E perché?
Mentre facevo questo lavoro, ho visto che Baiana, la figlia di Yesica, aveva un diario segreto. Un piccolo diario con un lucchetto sempre aperto dove annotava, senza troppa preoccupazione per mantenere il segreto, frasi e pensieri sulla sua vita, i suoi sentimenti, le sue delusioni. Man mano che il mio lavoro andava avanti, e che le immagini si facevano sempre più intime, ho iniziato ad immaginarmi le immagini racchiuse in un piccolo diario. Abbastanza piccolo da stare in una mano.
Abbastanza intimo, da dare a chi lo tenga fra le mani, la sensazione di essere il privilegiato e rispettoso spettatore di un intimità altrui. Ogni lavoro che ho fatto ha avuto una destinazione diversa: senza troppe premeditazioni, i lavori incontrano la loro strada. Per il momento, continuerò a fotografare Yesica e i suoi figli. Se un giorno il progetto si dovesse trasformare in un libro, vorrei fosse questo: un piccolo diario di segreti condivisi sottovoce.
In che modo la tua vita quotidiana influenza il tuo lavoro e viceversa?
Penso di non avere il distacco sufficiente per parlare di influenza. Tra la mia vita e la fotografia, non c'é influenza. Si tratta di una vera e propria simbiosi. Nel bene e nel male.
Cosa pensi della fotografia italiana contemporanea?
La fotografia contemporanea mi affascina e mi inspira costantemente.
Indipendentemente dalla nazionalità, credo che i giovani fotografi vivono un momento di grande fervore.
C'é varietà, compromesso e grande dedicazione alle tematiche trattate. Paradossalmente, l'indebolimento dei mezzi dei comunicazione ha liberato i fotografi dalla necessità dell'urgenza, dal correre dietro alla news.
Si lavora con meno soldi, ma con più testa!
Quali aspirazioni hai per il futuro?
Continuare a emozionarmi!
Galleria "Important things are said softly"
Biografia
Myriam Meloni (Cagliari, 1980) è una fotografa italiana con base a Barcellona. Laureata in giurisprudenza a Bologna, e specializzata in criminologia presso l'Università Autonoma di Barcellona, si avvicina alla fotografia completando il triennio dell'Istituto fotografico di Catalunya . Nel 2009 si trasferisce in Argentina, dove realizza “Fragile”il suo primo progetto personale sui giovani dipendenti dal crack a Buenos Aires, progetto oggi riconosciuto patrimonio culturale della Repubblica Argentina .
Ha incentrato il suo lavoro su tematiche sociali contemporanee attraverso un approccio intimo alla vita quotidiana nella nostra società.
Nel 2010 ha ricevuto il premio per il miglior portafoglio nella 4 ° Biennale di Fotografia Documentale di Tucumán, é stata selezionata per partecipare a Photoespana Transatlantica a Managua e candidata per il Joop Swart Masterclass del World Press Photo. Nel 2013 il suo lavoro ha ricevuto il Primo Premio Sony Awards nella categoria Arte e cultura, il terzo premio POY latinoamerica nella la categoria “ festa i religione” ed il Secondo Premio Firecraker per la fotografia femminile europea. . Nel 2014 riceve il Primo Premio Sony Awards nella categoria Stile di Vita ed il Primo Premio nel Festival Internazionale della Immagine in Messico. Il suo lavoro é stato pubblicato ed esposto internazionalmente. É rappresentata dall'agenzia francese Picturetank.